» La stanza segreta del tempo perduto
A questo pensava Elena quel venerdì, il giorno della sua prima mappa, mentre l’appendeva al filo, attenta a non strapparne la carta.
la Repubblica
» Incroci
A quest’ora la faticosa luce di aprile finalmente ha lasciato il posto alla notte. Una luce fredda, senza cura, che brucia le pupille e penetra direttamente nel cervello. Aprile è fatto per impazzire.
Narrandom
» Toscana. L’atelier della bestemmia
Le braccia del vento che s’infilano nei vicoli di Livorno, schiaffeggiando chi credeva di essere al sicuro
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» La pianista fantasma
Con le nostre travi abbiamo trasformato l’ac u s ti c a
della casa, mi dicevo andando su
e giù per il salone. Si è fatta centro dei suoni, Orecchio di Dionigi, io stessa novello Dionigi
Corriere Romagna. Questo racconto è stato pubblicato originariamente sul Corriere Romagna del 5 aprile 2020.
» Tetrapodi
Vedi quei grossi blocchi, proseguì mentre si incamminavano, i passi incerti sul terreno instabile, la sabbia che gli insinuava nelle scarpe, dentro i calzini. Quei blocchi si chiamano tetrapodi.
Tricetrapodi, disse il bambino, come i dinosauri.
Malgrado le Mosche
» Donne Difettose – la rivista
In questo numero, edito da Ouverture Edizioni, troverete racconti inediti a tema “Trasformazioni” scritti per noi da Cristiana Astori, Emanuela Cocco, Annick Emdin, Veronica Galletta, Arzachena Leporatti, Giorgia Lepore, Claudia Oldani e Debora Silvestri.
» SciaquaRosa
Voleva una casa quadrata, semplice, con un grosso ingresso verso il paese, grandi finestre e nessuna cancellata. E non importa se fossero venuti i ladra, avrebbe accattato tutto n’autra vota e n’autra vota ancora, tutto pur di non stare chiuso dentro come si era sentito per tant’anni.
Crapulaclub
» La luce della tempesta nella Gorgona nera
Si diceva che con certe condizioni di libeccio, quando il vento finalmente scaricava i suoi giorni dispari, l’isola apparisse al rovescio, scomposta, come trafitta da frammenti di specchio.
Corriere della sera, Cultura estate. Questo racconto è stato pubblicato originariamente sul Corriere Fiorentino del 17 Agosto 2018.
» Studio
Spalanca l’occhio. Il lungo tavolo bianco, la lampada dal collo snodato, i libri aperti sotto il cono di luce
Corriere della sera, La casa è un racconto
» La capra nera
Nove strade in tutto a Priluzje, e per ognuna un rappresentante, consigliere del sindaco. Nove compreso il campo rom, che si trovava all’estremità nord del villaggio, un po’ isolato dal resto. Fango ovunque, per le strade di Priluzje, melma nera ai lati delle strade, pece collosa nella quale i piedi scalzi dei bambini affondavano.
Flanerì
» I pisci
Quando tutto finì, attorno all’Isola c’erano pisci morti, tanti pisci morti, migliaia di pisci morti, che ricoprivano il mare fitti fitti, tutti gonfi e con la panza all’aria, come giuggiulena sul pane della domenica.
» Campo lungo
Ma mia madre piange, si appoggia con le mani alla panca di legno, e piange, e le sue lacrime lavano via ogni mio desiderio di precisione, e pretesa di verità. Così abbasso la testa, e mi guardo i piedi, contando il tempo che scorre.
Colla, una rivista letteraria in crisi
» Dama Rovenza
Qualche anno dopo la sua morte, mio padre cominciò a lavare svuotare riempire cuocere peperoni. Rimase ai fornelli per un paio di giorni, provando diverse combinazioni, fino a quando arrivò a un risultato per lui soddisfacente: solo allora si fermò.
» Caro Gino…
» In quarta elementare ho fatto il tema sull’aborto
Abbiamo le prove. Il blog di Abbiamo le prove non è più online. Sono riuscita a recuperare solo il primo racconto su Wayback Machine.
» Nero
Dentro quel nero denso e appiccicoso c’è tutto, c’è tutto il resto. C’è il fiume fermo fra gli argini, stamattina mentre attraversavo il ponte, ci sono i miei incubi sudati e pesti di stanotte.
» Dieci Luglio
Assiepati davanti agli schermi giganti, alberi di una foresta di caviglie gonfie, ciabatte e varici, che respiravano piano e poi di colpo imprecavano, sollevando le braccia, come presi da un colpo di vento improvviso.
» Garibaldi
La verità è che lei odia Nerina. Ne sono sicuro. Dice che le graffia i mobili, che le rovina le poltrone, che si fa le unghie sul sofà. Che ora che io sono finalmente in pensione, e i figli grandi, lontani, con una loro vita, lei vuole viaggiare, uscire. Andare al cinema, a teatro. Andare a prendere un gelato.
» La dama
Le case dei vecchi, non tutti, è certo, non quelle dei vostri, ci mancherebbe, hanno odori forti, ben strutturati, tanto da sembrare quasi solidi. Odori che non vanno via neanche con lavaggi intensi, di quelli da scorticare i pavimenti, le pareti e anche la pelle.
» Cataratta
In quei lunghi mesi aveva imparato come gli ospedali siano delle caserme, specie i reparti di pediatria. Corrergli dietro per gonfiarli di botte gli era impossibile, e i piccoli bastardi se ne approfittavano.
» Tenerezza
Io sto in mutande nel camerino, davanti allo specchio, e mi osservo la pancia bianca, che esce dal bordo slabbrato di una mutanda figlia di troppe lavatrici. Tiro un po’ l’elastico: pende da un lato come il cucù di un orologio stanco. Sono grigie, grigio topo, grigio promiscuità di un bucato distratto.
» Armonico
Il mio moto armonico forzato. Armonico per niente, di certo non per me. Forzato, molto, e da tutti, da te, dalla legge, dal mio matrimonio, poi di nuovo dal mio matrimonio, dalla legge, da te, da tutti. Dalle pecore alle pulci. Dalle pulci alle pecore.
» Un chimico
Sono così, di spalle, quando ti sento ridere. Una risata intensa, che mi colpisce come un piatto di metallo all’attaccatura nuda dei capelli, e mi costringe a girarmi di scatto.
Il Pickwick.it, Culture, critica e Narrazioni
» Ciliegie
È entrato in 120 case, poggiato la sua cartellina su 120 tovaglie in plastica fiorata, a coprire 120 tavoli in arte povera. Ha mescolato zucchero con 120 cucchiaini in 120 tazzine di porcellana del servizio buono, e poi nel frattempo si è messo a spiegare con calma
valori catastali e indennità
A4, La rivista letteraria che non la racconta giusta – in un foglio solo
» Pavimenti
È il marmo screziato dell’androne del palazzo, piume di un pavone razionalista con gli occhi della coda che si inseguono lungo le molteplici vie di fuga.
Pastrengo
» Agave
Trentanni fa era diverso, per la bambina era tutto diverso. Ogni viaggio lungo, ogni viaggio che prevedeva almeno due regioni, o un traghetto, un’alba e un tramonto insomma, era vissuto come una festa.
Helter Skelter
» Regina
Ma pioveva ancora, e le pagine si erano bagnate tutte. Dado aveva guardato l’inchiostro sciogliersi, colare nero a formare lettere deformi, grandi e complicate, parole nuove mute e distanti. Ma a Dado non importava.
L’inquieto
» Scrittrice e Ingegnere: “Penso sempre a delle storie”
Per anni mi sono mossa senza tregua, ho cambiato casa, lavoro, vita, amici, abitudini. Così ho collezionato città, una dopo l’altra. Prima la Sardegna, poi Siracusa. E Catania, Genova, Parma. E i soggiorni all’estero, brevi, meno brevi. Fino a Livorno.
Il risultato è che mi mancano tutte, in maniera diversa, per motivi diversi.
Astroccupati, Storie di vita interiore dei Lavoratori. Intervista
» Diario del Calvino
Il giorno prima di partire, al culmine della distrazione, percorro contromano gran parte di una via del centro città.
Premio Calvino
» Sutta al giardino
Monologo teatrale primo classificato al Concorso Per voce sola – estratto
Recitato da Mauro Lamantia, accompagnato al basso da Pietro Leveratto
Teatro della Tosse (Genova), 5 Ottobre 2013
» E quell’uomo ero io {Un giorno ideale per i pescibanana di J.D. Salinger}
Camera di smontaggio, il blog che fa(ceva) a pezzi le storie che ami. Non più online