Racconti / Testi

» La strada non presa

{Questo articolo è parte di una campagna a cui hanno aderito scrittrici e giornaliste italiane per denunciare la violenza di genere e nominarla @unite_azioneletteraria #unite #rompiamoilsilenzio}

Vi racconterei di quella sera in cui ho mangiato una parmigiana di melanzane che non avevo ordinato, e l’ho fatto per paura. 

In allarmata radura

» Ferro e Carbonio, una lega

Tutto torna con la mia tesi iniziale, il carbonio come componente che porta alla ghisa, alla scrittura. 

In allarmata radura

» Tutte le strade che mi circondano

{#Mappe}

Il passato è un luogo infido, un’ikea di avvenimenti. Ti avventuri con una necessità ed esci avendo preso altro, e chissà se capirai le istruzioni di montaggio. Così rimango con quella sequenza alberata, la conservo insieme alle altre mie preferite. Tutte le città che ho attraversato, in cui ho vissuto.

La Balena Bianca

» Sentegmenta kampardomo 

Ni kutimis iri kamparen, precipe printempe. Ĝis la varmo estis eltenebla, dimanĉe matene mia patrino lasis, ke ni enaŭtiĝu por ekveturi.

Traduzione in Esperanto di “Una campagna senza tetto” a cura di Antonio Riccio

» Una campagna senza tetto 

Scavalcavamo il muretto e a volte anche il filo spinato, camminando fra le spine dei cardi selvatici, attenti a scansare le cacche di mucca, fino a un ulivo o un carrubo, alla cui ombra poggiavamo i panini, l’acqua, le felpe. E stavamo là, in campagna.

Braccia Rubate (newsletter)

» Fra i corridoi del matto.

{Raccontare storie con la scacchiera, ovvero il talento più nobile è quello sprecato.}

«Guarda come trema, mamma», dice mio figlio. Nepomnjaščij capisce che ha perso, anche se ancora ci vuole tempo. Comincia a tremare mentre ci prepariamo al tempo che rimane, uno dei tanti aspetti feroci degli scacchi. Hai perso, ma ci vorrà ancora tanto. Un’ora, forse due.

In allarmata radura

» Andiamo a perderci 

La prima, la seconda, la terza, arrivano a filata le onde quando arrivano, ci avvolgono di schizzi e salmastro. Ettore urla di eccitazione, sbatte i piedi sulle mattonelle ora lucide, che rimandano immagini di noi, parti che si spezzano e si ricompongono, e pure noi sembriamo spezzarci e ricomporci.

Futura #263 | 10 dicembre 2021 (newsletter del Corriere della Sera)

» Rosso Sangue | Sangue rosso sangue cattivo

Non più moderno il nostro amore, ma antico, archiviato, seppellito. Solo, tenuto insieme da una striscia di sangue, dalla guancia di Anna nella scena finale del film, alla scuola Diaz di tanti anni dopo.

In fuga dalla bocciofila

» La stanza segreta del tempo perduto

A questo pensava Elena quel venerdì, il giorno della sua prima mappa, mentre l’appendeva al filo, attenta a non strapparne la carta.

la Repubblica 

» Incroci

A quest’ora la faticosa luce di aprile finalmente ha lasciato il posto alla notte. Una luce fredda, senza cura, che brucia le pupille e penetra direttamente nel cervello. Aprile è fatto per impazzire.

Narrandom

» La pianista fantasma

Con le nostre travi abbiamo trasformato l’ac u s ti c a della casa, mi dicevo andando su e giù per il salone. Si è fatta centro dei suoni, Orecchio di Dionigi, io stessa novello Dionigi

Corriere Romagna. Questo racconto è stato pubblicato originariamente sul Corriere Romagna del 5 aprile 2020.

» La fantoma pianistino

Traduzione in esperanto di Antonio Riccio

» Tetrapodi

Vedi quei grossi blocchi, proseguì mentre si incamminavano, i passi incerti sul terreno instabile, la sabbia che gli insinuava nelle scarpe, dentro i calzini. Quei blocchi si chiamano tetrapodi. Tricetrapodi, disse il bambino, come i dinosauri.

Malgrado le Mosche

» Donne Difettose – la rivista

In questo numero, edito da Ouverture Edizioni, troverete racconti inediti a tema “Trasformazioni” scritti per noi da Cristiana Astori, Emanuela Cocco, Annick Emdin, Veronica Galletta, Arzachena Leporatti, Giorgia Lepore, Claudia Oldani e Debora Silvestri.

» SciaquaRosa

Voleva una casa quadrata, semplice, con un grosso ingresso verso il paese, grandi finestre e nessuna cancellata. E non importa se fossero venuti i ladra, avrebbe accattato tutto n’autra vota e n’autra vota ancora, tutto pur di non stare chiuso dentro come si era sentito per tant’anni.

Crapulaclub

» La luce della tempesta nella Gorgona nera

Si diceva che con certe condizioni di libeccio, quando il vento finalmente scaricava i suoi giorni dispari, l’isola apparisse al rovescio, scomposta, come trafitta da frammenti di specchio.

Corriere della sera, Cultura estate. Questo racconto è stato pubblicato originariamente sul Corriere Fiorentino del 17 Agosto 2018.

» Studio

Spalanca l’occhio. Il lungo tavolo bianco, la lampada dal collo snodato, i libri aperti sotto il cono di luce

Corriere della sera, La casa è un racconto

» La capra nera

Nove strade in tutto a Priluzje, e per ognuna un rappresentante, consigliere del sindaco. Nove compreso il campo rom, che si trovava all’estremità nord del villaggio, un po’ isolato dal resto. Fango ovunque, per le strade di Priluzje, melma nera ai lati delle strade, pece collosa nella quale i piedi scalzi dei bambini affondavano.

Flanerì

» I pisci

Quando tutto finì, attorno all’Isola c’erano pisci morti, tanti pisci morti, migliaia di pisci morti, che ricoprivano il mare fitti fitti, tutti gonfi e con la panza all’aria, come giuggiulena sul pane della domenica.

» Campo lungo

Ma mia madre piange, si appoggia con le mani alla panca di legno, e piange, e le sue lacrime lavano via ogni mio desiderio di precisione, e pretesa di verità. Così abbasso la testa, e mi guardo i piedi, contando il tempo che scorre.

Colla, una rivista letteraria in crisi

» Dama Rovenza

Qualche anno dopo la sua morte,‭ ‬mio padre cominciò a lavare svuotare riempire cuocere peperoni.‭ ‬Rimase ai fornelli per un paio di giorni,‭ ‬provando diverse combinazioni,‭ ‬fino a quando arrivò a un risultato per lui soddisfacente:‭ ‬solo allora si fermò.‭

» Caro Gino…

Il mio dottore non mi ama. Neanche io amo lui, con i suoi capelli bianchi, la sua voce troppo alta e i suoi studi di filosofia. Ogni volta che mi presento da lui mi guarda con la sua aria vabbe’, vediamo cosa c’ha questa oggi. Invece di provare gratitudine. Se non ci fossi io, passerebbe il suo tempo con i vecchi, quelli di cui si lamenta tanto, a prescrivere cardioaspirine, controlli della glicemia e screening alla prostata.

» Ho le prove

Non ricordo perché stavamo all’ultimo banco durante la preghiera, sospetto che stessimo all’ultimo banco sempre. Ricordo solo che tenevamo la testa bassa, e mentre le parole ci correvano attorno, cadenzate e sempre uguali, io ne analizzavo il significato. Liberaci dal mare, rimasticavo in silenzio.

Abbiamo le prove. Il blog di Abbiamo le prove non è più online. Sono riuscita a recuperare “Dama Rovenza” su Wayback Machine. “Caro Gino” e “Ho le prove” li ho ritrascritti io. 

» Ciliegie

È entrato in 120 case, poggiato la sua cartellina su 120 tovaglie in plastica fiorata, a coprire 120 tavoli in arte povera. Ha mescolato zucchero con 120 cucchiaini in 120 tazzine di porcellana del servizio buono, e poi nel frattempo si è messo a spiegare con calma valori catastali e indennità

A4, La rivista letteraria che non la racconta giusta – in un foglio solo

» Pavimenti

È il marmo screziato dell’androne del palazzo, piume di un pavone razionalista con gli occhi della coda che si inseguono lungo le molteplici vie di fuga.

Pastrengo

» Agave

Trentanni fa era diverso, per la bambina era tutto diverso. Ogni viaggio lungo, ogni viaggio che prevedeva almeno due regioni, o un traghetto, un’alba e un tramonto insomma, era vissuto come una festa.

Helter Skelter

» Regina

Ma pioveva ancora, e le pagine si erano bagnate tutte. Dado aveva guardato l’inchiostro sciogliersi, colare nero a formare lettere deformi, grandi e complicate, parole nuove mute e distanti. Ma a Dado non importava.

L’inquieto

» Sutta al giardino

Monologo teatrale primo classificato al Concorso Per voce sola – estratto

Recitato da Mauro Lamantia, accompagnato al basso da Pietro Leveratto

Teatro della Tosse (Genova), 5 Ottobre 2013

» E quell’uomo ero io {Un giorno ideale per i pescibanana di J.D. Salinger}

Ma è subito dopo che inizia lo scambio di battute che comincia a inquietarci. Prima avevamo solo un albergo con le linee intasate, una giovane donna sposata, che si tinge le unghie, sola in camera. Nelle battute successive, dove si parla di come abbia guidato il marito, arrivano gli alberi. La madre si informa su that funny business with the trees, ma no, pare che Seymour se ne sia tenuto lontano.

Camera di smontaggio, il blog che fa(ceva) a pezzi le storie che ami, a cura di Luca Mercadante. Non più online, riportato qui.