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Veronica Galletta

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gallettaveronica

gallettaveronica
La nostra Koyaanisqatsi. La nostra Koyaanisqatsi.
18e30. Ancora luce. 18e30.
Ancora luce.
la mia amica C mi aveva avvertito, Guarda che si p la mia amica C mi aveva avvertito, Guarda che si piange mi aveva detto, e in effetti ho pianto e mi sono molto commossa, ma più di tutto ho ammirato la naturalezza con cui scrive Fabio Stassi, che oramai è come Vince Corso tutt'uno con i suoi libri amati, una scioltezza che invidio, io che con il testo faccio un corpo a corpo di scritture togli e metti lima aggiungi sposta rimonta scava raschia. poi a un certo punto c'è anche "Genova mia di mare tutte scale", e trovare la stazione Principe, e Caproni insieme. che dire, non lo so. solo che son fortunata in questo periodo con le letture.

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stanotte non ho dormito e stamattina vagavo per ca stanotte non ho dormito e stamattina vagavo per casa, non so come sono uscita lo stesso e alle 8.15 facevo lezione di pilates. deve essere stato per questo che dopo tanto girarci intorno alla fine oggi mi sono rimessa a scrivere, o forse perché ho letto da qualche parte che il primo marzo è come capodanno, mi sono riallestita la mia postazione di rifugio dalle call e ho trafficato. e mi sento meglio. perché c'è questa cosa di terribile ma anche di bello però anche di terribile e via andare su e giù: che io sto meglio solo quando scrivo. per cui oggi è ripartita, e lo festeggio, in barba a qualsiasi -ahi quante- scaramanzia.
io vi vorrei dire il freddo di stamattina. io vi vorrei dire il freddo di stamattina.
accidenti come sei bella!!! . [la Gorgona. sempr accidenti come sei bella!!!

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[la Gorgona. sempre lei]
:: Michela mi ha dato una specie di mantra che dev ::
Michela mi ha dato una specie di mantra che devo ripetere prima di addormentarmi: “Io sono amata”. Quando lo ripeto per più di una dozzina di volte, il mio cervello mi restituisce dei brandelli di memoria: foglie ricalcate sulle pagine di un quaderno delle elementari, l’aula di inglese, più piccola e colorata delle altre, una maestra gentile e mia mamma che mi morde delicatamente il polso, mi indica il segno dei denti e dice: “È un orologio da polso”.
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È uno dei tanti brani che mi sono appuntata di questo memoir -seguo la definizione dell’editore- di Giulia Scomazzon, che ho appena finito di leggere, trovandola una lettura portentosa, per sguardo per lingua e per riflessioni, in un modo ibrido e di respiro ampio sulla storia e sul territorio -il Veneto- che mi ha ricordato certe storie raccolte raccontate da Mariusz Szczygiel -sempre edite da Nottetempo, comunque inferenza mia che magari c’entra pochissimo-, in cui si mescolano analisi di fenomeni sociali a brandelli di vita privata, frammenti direbbe la protagonista della storia, con sempre in mente il tema di cosa è, la memoria. Uno scritto generoso, che tira fuori le sue mille carte, quelle con cui si potevano scrivere forse dieci romanzi -scusate io sono tirchia anche sulle idee-, con un finale toccante, suo malgrado. Insomma, leggetelo.

[si parla tanto di forma romanzo e fiction e memoir e autofiction e così e colà, e questo sì e questo no, e poi è sempre il come, sempre il come, mai il cosa. ripetiamolo ogni sera: il come e non il cosa]

[grazie a @rossella.innocentini che me lo ha fatto vedere, io da sola devo essere sincera lo avrei evitato, il tema AIDS, attorno a cui si ruota, un poco mi respingeva. e invece è il come, e non il cosa. l’ho già detto?]
una casa nel bosco. una casa nel bosco.
autoritratto in forma di specchio affreschi e pala autoritratto in forma di specchio affreschi e palazzi intorno, in tinta di pomeriggio grigio.
ripassare storia alla mattina. ripassare storia alla mattina.
bambino che pensa. bambino che pensa.
:: Spesso la notte rimango sveglia, in attesa, fin ::
Spesso la notte rimango sveglia, in attesa, fino a che i gabbiani non annunciano l’arrivo dell’alba, urlando minacciosi. Allora mi alzo, vado in bagno e mi siedo ad ascoltare gli umori del cortile, la nostra grossa pancia umida, il ventre molle del quartiere. Il lato interno delle cose, che non si deve mostrare, non deve fingere di essere altro da sé. Niente intonaco alle pareti dei palazzi, nessuna cautela nelle voci che ciabattano il nuovo giorno. Ascolto in silenzio, e tremo per questa casa che non posso lasciare.
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Certe donne sposano una casa -che è un verso di Anne Sexton-, è il titolo del racconto che ho scritto, con molte titubanze, per l’antologia Overlook loop, edizioni arcoiris, a cura di Emanuela Cocco, che ringrazio per l’invito prima e la cura editoriale poi. 

Ora che l’ho letto tutto, posso dire che dentro ci sono buone cose. Se la casa vi angoscia, anche se non è l’albergo di Shining, forse potrebbe essere la lettura per voi.
in fondo è tutto qua. in fondo è tutto qua.
santa moderna, con tre occhi e molto da dire. prot santa moderna, con tre occhi e molto da dire. protettrice dei polemici e dei mai domi.

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[composizione di @ryosax ]
Riflessi, riflessi, solo riflessi. Riflessi, riflessi, solo riflessi.
sia messo agli atti che per andare a prendere ques sia messo agli atti che per andare a prendere questo libro ho sfidato il gelo e un principio di assideramento. capisci bene, cara biblioteca, che non posso ridartelo più.
boschincittà boschincittà
sto per andare a pilates -di sabato mattina, son q sto per andare a pilates -di sabato mattina, son quasi un'eroina- ma prima volevo dirvi che: ho letto questo libro, e l'ho trovato perfetto nel rapporto fra forma e contenuto, un contenuto faticoso, molestie a una ragazzina, filato e tessuto insieme con una forma frammentata, come seguissimo mollette su un filo, a più voci, che racconta cose che tutti conosciamo e nel contempo fa riflessioni alte. dura poco, perché più di tanto certi racconti non possono durare. di più è pornografia del dolore.

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[Stella Poli poi un pochino la conosco, pochissimo a dire il vero, qualche mail , qualche chiacchiera, ma di quel poco ho ritrovato il suo modo dentro al libro, le stesse pause, le stesse reticenze. forse è questo che lo rende così forte: scrive nel modo in cui è, una cosa che a me risuona]

[vado, buon fine settimana a tutti]
certe mattine, girate al rovescio. certe mattine, girate al rovescio.
luce di febbraio su cucina, muro di cucina, disord luce di febbraio su cucina, muro di cucina, disordine.
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