fatti un bagno. il primo giorno di mare

ieri siamo stati per la prima volta al mare, a quell’ombrellone sotto al quale – intorno al quale – cerco stabilità. è stato un esperimento – primo – dello scorso anno, andare al mare la mattina e poi su quello organizzare la giornata. è andata bene, e allora anche quest’anno abbiamo ripetuto. come dice il dottore, andare al mare la mattina mi aiuta nella stabilità e io allora eseguo. mi consente di stare alla luce, di stare all’aperto, di non rimandare le giornate in casa alla ricerca di qualcosa non so cosa. non è facile essere me, non è facile essere nessuno certo questo lo so, ma io me conosco, e di me posso parlare. essere me è vivere spesso lontano da quello che si vorrebbe fare. è fare delle cose perché sai che poi stai meglio. uscire di casa presto, non preoccuparsi dello stato in cui si è.

andare al mare.

tanti anni fa, quando sono arrivata in questa città, mi irritava molto questa risposta: vai a farti un bagno. questo modo che avevano le genti livornesi che tutto fosse là, nell’andarsi a fare un bagno. metti la testa sotto, però, mi raccomando, aggiungevano. quando sono arrivata in questa città mi sono esplosi tanti di quei problemi che non saprei da dove cominciare, ho perso le notti, ho perso i giorni. e le genti della città mi dicevano: vai a farti un bagno al mare, metti la testa sotto. lo considerano superficiale, e pure irrispettoso, per quanto mi rendo conto profondamente radicato nel modo di queste persone. c’è anche un film, La prima cosa bella, girato a Livorno in quegli anni – ricordo che al ritorno dal nostro matrimonio il quartiere era tutto trasformato in un set, tutto anni sessanta -. ecco, in questo film il protagonista – interpretato da Valerio Mastandrea – questo fa: va a farsi un bagno. ma il regista era Virzì, la sua educazione livornese. ci stava, come direbbe mio figlio.

e invece, da quando ho cominciato, ho capito che questa cosa vale anche per me. mi alzo controvoglia, con appiccicati i sogni pesanti e i pensieri sudati dal letto. faccio colazione, e poi vado a farmi un bagno.

ieri l’acqua era fredda.

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Veronica Galletta

Nata e cresciuta a Siracusa, ha trascorso parte dell'infanzia a Ozieri, in Sardegna, e da anni vive a Livorno. È laureata in ingegneria civile idraulica a Catania, materia in cui ha conseguito anche un dottorato di ricerca, e ha lavorato come ingegnere idraulico prima di intraprendere la carriera di scrittrice a tempo pieno. Ha scritto numerosi racconti pubblicati su riviste e quotidiani. Nel 2013 il monologo "Sutta al giardino" le è valso il premio per monologhi teatrali “Per Voce Sola” del Teatro della Tosse di Genova. Nel 2017 il suo romanzo inedito "Pelleossa" è arrivato tra i finalisti della III edizione del premio Neri Pozza. Con il romanzo "Le isole di Norman", già finalista alla XXVIII del Premio Calvino, ha vinto il Premio Campiello Opera Prima 2020. Il suo romanzo "Nina sull'argine", uscito a ottobre 2021 per minimum fax, è tra i 12 libri candidati al Premio Strega 2022.