Recensioni, Citazioni


» Hermes Magazine

{“Le isole di Norman”: recensione del romanzo di Veronica Galletta}

Le isole di Norman si caratterizza per una narrazione “remota“: l’azione fisica dei personaggi non si pone al principio delle scene ma rappresenta il punto di arrivo. Al fulcro necessario dello svolgersi degli eventi si arriva partendo da lontano, assaporando le sensazioni, le descrizioni dei luoghi e i ricordi.

di Giovanni Soriente

» supplemento di Rivista inutile

{Mappe al contrario}

(Quella di) Elena nel romanzo […] è, letteralmente, una “ricerca”, in apparenza di sua madre, ma più in profondità anche di risposte a domande che non smettono di sgorgare. Depositare libri in vicoli vuoti secondo le indicazioni di una mappa che vedi solo tu, sperando così di capire che fine ha fatto tua madre e cosa ti è successo da bambina potrebbe essere la descrizione del lavoro di ricerca accademica, una metafora ardita ma accurata di quello che si prova durante il processo: dedicarsi ad una indagine senza nessuna garanzia di capire alcunché, addirittura senza nemmeno sapere se c’è qualcosa da capire, dividendo il compito in una serie di passaggi intermedi, ciascuno dei quali apparentemente irrilevante, scollegato dal presunto obiettivo finale.

di Ludovica Ciasullo

» Provincia mon Amour

{Le isole di Norman – Veronica Galletta: a Ortigia fra gatti e ortensie}

La scrittura è corposa, capace di dare volume a cose e persone. Le descrizioni giocano un ruolo fondamentale e attraversano i territori molto diversi. Dall’espressionismo (l’uomo con il polpo in faccia, il sangue del pesce al mercato, gli odori sgradevoli, il gatto dalla coda spezzata) alla poesia più sfumata (con i colori della marina e delle ortensie). Su tutto si adagia una languida malinconia.

di Anna Russo

» Hermes Magazine

{“Le isole di Norman”: recensione del romanzo vincitore del Premio Campiello Opera Prima 2020}

Le isole di Norman si caratterizza per una narrazione “remota”: l’azione fisica dei personaggi non si pone al principio delle scene ma rappresenta il punto di arrivo.

di Giovanni Soriente

» Non sono solo parole

{Veronica Galletta – “Le Isole di Norman”}

Per il senso di abbandono, per il dolore dell’assenza che non si trasformano in autocommiserazione ma in energia, quella che serve ad Elena per portare avanti il proprio complicato progetto.

di Lettrice Forever

» Chiara Stival

{L’assenza della madre}

L’azione estrema testimonia il principio delfico «conosci te stesso» ma destruttura un archetipo.

di Chiara Stival

» exlibris20

{Le isole di Norman}

Le isole di Norman è un’opera d’arte, un contemporaneo vintage, una Mappa di Boetti o forse, quei suoi arazzi su tela con le letterone colorate. Da comporre.

di Anna Bertini

» Yanez

{9 righe. Consigli di lettura illustrati}

L’autrice ci mostra come la nostra idea di passato sia soltanto una versione frutto dell’incapacità di comunicare veramente e di affrontare i ricordi più dolorosi.

di Martin Hofer 

» Morel

{Le isole di Norman. Dialogo con Veronica Galletta}

Tutte le famiglie felici eccetera. Ecco, io penso che tutte le famiglie, felici e infelici, si assomiglino in questo: visto da vicino nessuno è normale.

a cura di Giovanna di Marco e Erika Nannini

Immagini dell’artista Salvatore Accolla da opere contenute nella collezione Dione

» Notabilis

{La nuova voce dell’isola}

Da un libro di memorie a una storia di ricerca.

di Mario Blancato

» La bottega di Hamlin

{Le isole di Norman}

Una storia intima e delicatissima, che è un vero e proprio viaggio personale nella memoria. Le isole di Norman scava nei ricordi non solo della protagonista ma di tutti i lettori.

di Donato Bevilacqua

» Il mondo o niente

{Le isole di Norman}

Questa naturalezza stilistica, che si snoda spontanea tra presente e passato, fa da controcanto alla complessità psicologica dei personaggi, esaltandola.

di Giovanna Daddi

» Viaggio al termine del libro

{Le isole di Norman}

Amo questo genere di storie appartate, prive di colpi di scena e colpi di testa, amo la loro delicata capacità di evocare senza imporre dittature nella mente di chi legge, il loro ricorrere a metafore per convogliare il dolore, per non esibirlo con strepiti e spinte eccessive sul pathos.

di Margherita Ciacera Macauda

» La Gazzetta di Parma

{Galletta colpisce con «Le isole di Norman» romanzo d’ossessione, d’abbandono e di riscatto}

La scrittrice ci regala una lettura imperdibile, sulle tracce dell’«Isola di Arturo».

di Camillo Bacchini

» Frammenti Rivista

{«Le isole di Norman» di Veronica Galletta: mappare i ricordi perduti}

E poi c’è Ortigia, che grazie a Veronica Galletta e al suo primo romanzo Le isole di Norman si appresta a farsi letteratura e ad arricchire il nostro immaginario letterario insulare.

di Alberto Paolo Palumbo

play_circle_outline Raiplay

{Visioni – Speciale Premio Campiello 2020}

un programma di Alessandra Greca

» Biblioteca Montelupo Fiorentino

{Recensione: Le isole di Norman di Veronica Galletta – premio Campiello opera prima 2020}

Un’operazione di cesellatura e levigatura che rende questo libro un gioiello artigianale di rara bellezza.

di Cristina Trinci

» Linkiesta

{Il Premio Campiello a Vicenza. Racconto di una bella serata}

Non è possibile descrivere l’impressione che fa la Basilica di Palladio…

di Elisabetta Favale

» Il Giornale di Vicenza

{Una piazza di scrittori}

 L’autrice siciliana racconta della sua isola di Ortigia, di una
ventenne alle prese con memorie inquiete e avverte «della necessità di proteggere la scrittura».

di N. M.

play_circle_outline TeleVenezia

{La voce della città metropolitana}

Quando andiamo alla ricerca di un genitore andiamo, inevitabilmente, alla ricerca delle nostre origini.

di Sara Zanferrari

» Il Piccolo

{Veronica Galletta vince l’Opera Prima}

Il Campiello Opera Prima, assegnato a un autore al suo esordio letterario, è stato attribuito a Veronica Galletta con il romanzo “Le isole di Norman” (Italo Svevo).

di Paolo Marcolin

play_circle_outline Radio 24

{Il cacciatore di libri}

Nella seconda parte parliamo del romanzo che ha vinto il Campiello Opera prima 2020: “Le isole di Norman” di Veronica Galletta (Italo Svevo Editore).

di Alessandra Tedesco

» The Wee Small Hours

{Le Isole di Norman – Veronica Galletta}

La storia e il coraggio della giovane protagonista ci insegnano a non rimanere incastrati nella rete delle paure che una memoria fallibile può costruire nel tempo.

di The Wee Small Hours

» Mangialibri

{Le isole di Norman}

Con Le isole di Norman, Veronica Galletta compie un esordio di spessore, attestato dal conferimento del Premio Campiello Opera Prima.

di Lorenzo Pierangeli

» L’indice dei libri del mese 9/2020

{Pagina a cura del Premio Calvino}

Il romanzo […] offre una scrittura classica, colta, precisa, avvincente. Bellissime le pagine in cui Elena bambina ripercorre la storia delle ferite, un poco alla volta, senza colpi di scena, agnizioni o folgorazioni.

di Mariapia Veladiano

» Bianco Critico

{Le isole di Norman di Veronica Galletta}

L’autrice, attraverso una storia individuale di tormenti e silenzi, riesce a parlarci di un’intera società delusa, che sembra dover accettare passivamente il pensiero consumistico imperante, il malaffare, le stragi e la bruttezza; mentre la natura, le tradizioni, la storia (e forse una malinconica ideologia), si fanno largo come erba nel cemento.

di Francesca Attiani

» blockmianotes

{(Non) recensione}

Ci sono libri con cui si crea una relazione immediata. La prima pagina è già un affondo e la lettura diventa una questione intima e personale.
Le isole di Norman di Veronica Galletta è uno di questi.

di blockmianotes

» scattidallamialibreria

{Le isole di Norman di Veronica Galletta}

Io so soltanto che, da quando ho letto questo libro, quando passo vicino al mercato del pesce di Ortigia e al vecchio carcere, penso ad Elena e cerco un libro lasciato per la strada, una mappa, un segno del suo passaggio.

di Viviana Sarti

la Repubblica

{La Top Ten di Robinson}

picture_as_pdf Rockerilla

{Le isole di Norman di Veronica Galletta}

Elena cerca sua madre, se stessa, cerca di capire suo padre e la vita, aiutata da una serie di personaggi che fanno da contorno alla sua vicenda.

di Eleonora Serino

» Rivista Blam

{Le isole di Norman di Veronica Galletta: una geografia dell’assenza}

E in questo microcosmo, dominato dall’isola stregata, si racchiude tutto il senso dell’esistenza: la perdita e la riconquista, le speranze disattese e le ambizioni ostinate, la voglia di farcela e la paura di non riuscirci.

di Rebecca Molea

Elle

{Indossa (e leggi) l’isola che c’è}

D di Repubblica

{Romanzi di un’Italia minore}

di Francesca Frediani

» Biblioteca civica “G. Tronchin”

{Siracusa – Le isole di Norman}

Il romanzo d’esordio di Veronica Galletta vi lascerà a bocca aperta: non a caso ha vinto il Premio Campiello Opera Prima 2020.

» Gingolph

{Ma chi è Norman?}

La scelta identitaria dell’isola di Ortigia è così forte, che contrariamente alle attese cui Camilleri ci ha abituato, questo romanzo compiutamente ortigiano non ha bisogno del dialetto per identificarsi.

di GINGOLPH

» Cultura al Femminile

{Le isole di Norman – di Veronica Galletta}

Del resto, Le isole di Norman è un romanzo dei luoghi e degli spazi, dell’architettura e dell’emblematica costruzione – e demolizione – altro gioco che Elena amava da bambina: le costruzioni.

di Giovanna Pandolfelli

picture_as_pdf VeNews

{lettida}

 Elena, giovane studentessa, abita sull’isola di Ortigia insieme al padre, ex militante del Partito comunista, e alla madre, che vive chiusa in camera da diversi anni, circondata da libri che impila secondo un ordine chiaro solo nella sua testa.

» GoNews

{Cinque libri toscanissimi da portarvi in vacanza}

Un libro che ha i suoi colori, i suoi odori e una sua lirica: consigliatissimo.

di Gianmarco Lotti

» Nuovi Argomenti

{“Le isole di Norman” di Veronica Galletta}

La scrittura di Veronica Galletta, che si muove tra la freddezza chirurgica dei dialoghi e la suggestione espressionistica della lingua, tra gli spasmi delle ferite del corpo che sono traccia di quelle dell’animo, svela lentamente con limpidezza come il dolore accada, senza una logica, senza una predestinazione, senza un motivo superiore.

di Giulia Valori

picture_as_pdf La Gazzetta del Mezzogiorno

{Premio Megamark scelta la cinquina dei finalisti. Verdetto a settembre}

picture_as_pdf Quotidiano di Foggia

{Premio Fondazione Megamark  – Incontri di Dialoghi}

picture_as_pdf la Repubblica Bari

{Premio Megamark}

di Gennaro Totorizzo

» Donne Difettose

{Come si impara a respirare sott’acqua}

Le isole di Norman – Norman da “Lʼisola del tesoro” di Stevenson – è un paesaggio disseminato di mementi e libri, dove ci si orienta annusando lʼaria e così rievocando lʼodore che hanno le reminiscenze.

di Beatrice Galluzzi

play_circle_outline UFC Giusi D’Urso racconta Le isole di Norman

» la Repubblica Palermo

{Le cicatrici della memoria che disegnano il presente}

La voragine non è colmabile, ed è forse proprio quello che spinge la protagonista a spaziare tra i libri e ad abbandonarli, a dire un’impossibilità alla riconciliazione.

Angelo Di Liberto

» SoloLibri

{Le isole di Norman di Veronica Galletta}

Il tentativo di decifrazione del mondo di Elena è un tentativo ossessivo, guidato dallo schema e mai dal confronto.

Eleonora Daniel

» Il Fatto Quotidiano

{Lo scaffale dei libri}

Al diavolo il romanzo contemporaneo.

Davide Turrini

» Marvin Rivista

{Custode dell’isola, custode della memoria: Le isole di Norman}

La scrittura ha un che di liquido, il lettore è trascinato ma con calma. Le parole lo cingono e lo accarezzano – come fa l’acqua quando si sta a galla – e lui non può fare a meno di persuadersi: io da qui non esco.

Giulia Mariottini

» Progetto Nero su Bianco

{Consigli di lettura #estatenerosubianco}

Se cercate delle risposte, questo romanzo non fa per voi, perché le certezze sono tante quanto le domande che rimangono aperte.

Massimo Campigli

» la Lettura | Corriere della sera

{In giro per l’isola a sparpagliare libri}

Le isole di Norman di Veronica Galletta è un esordio elegante che si distingue, e sorprende, per la netta presenza di un talento già maturo e rigoroso. A partire dalla lingua, precisa, ma piena di varianti, concepita con acuta sottigliezza stilistica.

Orazio Labbate

» ThrillerNORD

{Le isole di Norman}

L’industria editoriale italiana a volte si tuffa nella ricerca spasmodica di esordi, una vera e propria caccia. La Galletta è un caso prezioso. Riesce con una lingua chiara ed essenziale a descrivere ambientazioni e un fortissimo pathos ed empatia verso i personaggi di cui costruisce una mirabile caratterizzazione. Limpidi i pensieri e le riflessioni e veramente notevoli, tanto da appuntarli e conservarli.

Francesco Morra

» La Stampa | Tuttolibri

{Quelle pile di libri lasciati dalla mamma nascondono una mappa dell’isola di Ortigia}

Le isole di Norman di Veronica Galletta è un romanzo interessante e sconcertante.

Angelo Guglielmi

» Altri Animali 

{Ricalibrare l’astrazione}

Eppure l’acqua e non la terraferma è l’elemento dominante, la chiave di volta che apre e chiude la narrazione disegnando un cerchio perfetto.

Martina Panza

picture_as_pdf Chi

{Nuovi personaggi degni di attenzione}

È un romanzo fortunato, questo di Veronica Galletta — siracusana che vive a Livorno, ingegnere con l’amore per la scrittura — già finalista al Premio Calvino (2015) e ora vincitore del Campiello Opera Prima.

Nicoletta Sipos

» Wired

{50 libri per quest’estate}

Vincitore del Campiello opera prima, questo romanzo è una complessa, affascinante e dolorosa ricostruzione del passato.

Paolo Armelli

picture_as_pdf Avvenire | dettaglio

{Sulle isole il tesoro è dentro di noi}

 In quei due spazi: le parole, l’attesa, la letteratura, i libri come una caccia al tesoro, la nostalgia, l’assenza, “qualcosa che prima era  presente e adesso non c’è più”.

Eugenio Giannetta

picture_as_pdf Io Donna

{Le isole di Norman}

Quando la madre scompare, Elena decide di perlustrare l’isola in
cui vive, Ortigia, alla ricerca del proprio tesoro, la verità su
ciò che ha segnato il destino della famiglia.

Luisa Brambilla

picture_as_pdf Gazzetta del Mezzogiorno

{Cicatrici dell’anima o «Isole di Norman»?}

 Ma resta impressa la forza della scrittura che plasma le pagine
di questo splendido romanzo della memoria.

Diego Zandel

picture_as_pdf Marco Polo

{Libri in viaggio}

Isa Grassano

» pensierosecondario

{Mappe e ormeggi: Le isole di Norman di Veronica Galletta}

Le isole di Norman è un romanzo di formazione sospesa, anomala, torbida, attraversata da una nota insistente di mistero, da lampi di consapevolezza dolorosa e da un amore sfacciato per la letteratura .

Stefano Solventi

» CriticaLetteraria

{Dentro l’orizzonte degli eventi}

È una scrittura poetica eppure terragna, che sa narrare dei sogni e delle paure di un’adolescente ma anche portare alla mente l’odore del sale e la luce che s’incaglia nei vicoli. È, insomma, una scrittura da tenere sotto osservazione.

David Valentini

» Libreriamo

{Il romanzo vincitore del Premio Campiello Opera Prima}

“Le Isole di Norman” di Veronica Galletta è un superbo esordio letterario.

Maria Pia Romano

» Sul Romanzo

{Un esordio premiato dal Campiello Opera Prima}

Le tappe della sua ricerca diventano presto una specie di pellegrinaggio a ritroso nella tormentata storia della famiglia, in un tentativo di comprendere i motivi che hanno portato alla sua totale disgregazione e alle diverse sofferenze dei genitori.

Annamaria Trevale

picture_as_pdf Il Giornale di Brescia

{Indagine emotiva lungo il terreno insidioso della memoria}

Sorretta da un’eccellente qualità di scrittura, dal potere immaginifico ed evocativo, Veronica Galletta ci addentra in un luogo di seducente atmosfera, accostandoci allo spirito di chi la abita suo malgrado, elaborando una filosofia della vita quotidiana.

Paola Baratto

» @CasaLettori

{Amiamo leggere e condividere}

La narrazione oscilla come il vento siciliano, accoglie i nodi del passato, fluttua in un turbinio di immagini. Si fa incandescente come la lava del vulcano, fruga tra i ruderi di una terra che non sa trovare risposte.

Maria Anna Patti

» IoDonna

{Libri per emozionarsi: vite di provincia, alla ricerca della felicità}

Tra scogli e piazze spoglie Elena riscrive e ridisegna la cartografia dei loro sentimenti. Negli anni trasforma ogni domanda abortita sul suo passato in una mappa. Lei possiede solo il ricordo di un’ustione. Il trauma diventa un gioco per lei: le sue cicatrici diventano isole, Le isole di Norman.

Michaela K Bellisario

picture_as_pdf la Repubblica Palermo

{Io, da Ortigia al Campiello}

L’autrice intreccia con cura la via della memoria con i luoghi di Ortigia, compresa “la Casa con un occhio” – il carcere neoborbonico e abbandonato.

Francesco Musolino

» Interno Storie

{Playlist di maggio, bicicletta e fiori}

Lascia quella casa con un segreto, a lei resta il dolore. Per lenire quella assenza inizia un viaggio carico di riti intorno all’isola, ripensare la quotidianità attraverso un dizionario di cose, luoghi.

Marina Grillo

» F

{Desiderio di rinascere. Quattro scrittrici ci raccontano il motore del mondo}

Dentro al dolore. Romanzo d’esordio, finalista del Premio Calvino. Elena, una giovane che vive col padre a Ortigia, ha cicatrici ben visibili e un trauma infantile seppellito nella sua mente. Quei segni diventeranno isole di una ideale mappa del dolore, da ripercorrere per trovare le risposte.

Liana Messina

» LuciaLibri

{Galletta, quella casa-nave e la ricerca di un senso}

Le isole marcano la vicenda di Elena dentro e fuori, sono il corpo nelle cicatrici che come arcipelaghi le popolano le gambe e la schiena, sono lo spazio in cui si muove per la sua ricerca tra le mappe e i libri della madre andata via. Siamo a Ortigia, il cuore antico di Siracusa, la sua isola densa di fascino, arte e personaggi, che non sarebbe la stessa senza il mare, e senza i suoi gatti, e che rende unico e assai particolare questo romanzo.

Alessandra Chiappori

picture_as_pdf Giornale di Sicilia

{Veronica, debutta l’ingegnere con il «demone» della scrittura}

Elena si muove tra i vicoli di Ortigia, in preda a un’ossessione: studia e ricostruisce mappe dei luoghi, in cerca della madre, e fa un’altra ricognizione topografica, quella delle cicatrici della propria pelle.

Salvatore Lo Iacono

» L’Officiel

{5 libri di scrittrici da leggere}

Elena, una giovane studentessa, abita sull’isola di Ortigia, insieme alla madre che vive chiusa in una camera da diversi anni, circondata da libri. Quando la mamma scappa di casa, la protagonista inizia un viaggio rituale attraverso i luoghi della loro isola, come se fosse un’isola del tesoro. Isole e corpo, corrispondenze.

Valeria Montebello

» Linkiesta

{Le isole di Norman di Veronica Galletta. Recensione}

Le cicatrici di Elena sono segreti taciuti e allo stesso tempo sono la mappa della sua vita che ha desiderio di ricomporre ma questa “ricostruzione” non può avvenire completamente attingendo dal passato perché la memoria è di fatto “una decisione politica” che lascia sfumare alcune cose e ne trattiene altre.

Elisabetta Favale

picture_as_pdf Marie Claire

{Libri Wow. Donne da leggere}

Un esordio intenso, che cerca di lenire l’assenza.

Marta Cervino

» Style Magazine

{Libri: le novità da non perdere a maggio 2020}

Il libro racconta la storia di Elena, giovane studentessa che abita sull’isola di Ortigia insieme al padre, ex militante del Partito comunista, e alla madre, che vive chiusa in camera da diversi anni, circondata da libri che impila secondo un ordine chiaro solo nella sua testa.

Gaetano Moraca